Nel suggestivo Borgo di Motta Filocastro, un antico frantoio(trappitu) risalente al 1700 ha regnato sovrano per molti anni, creando un'atmosfera unica e coinvolgente. Questo affascinante luogo ha celebrato l'Olio Extravergine di Oliva come il suo indiscusso protagonista, donando un'esperienza indimenticabile.
Immerso a soli 3 km da Nicotera, il frantoio si ergeva come un simbolo di tradizione e dedizione alla produzione di olio di alta qualità, trasportando i visitatori in un mondo di meraviglie.
Il funzionamento dell'Antico Frantoio era un vero e proprio spettacolo magico, animato dalla forza di nobili creature come muli o mucche. Questi magnifici animali mettevano in moto le antiche macine in granito con la loro possente energia, schiacciando le olive raccolte a mano e dando vita alla preziosa pasta di olive.
Una volta ottenuta la pasta, essa veniva amorevolmente raccolta e posta all'interno di affascinanti diaframmi, conosciuti anche come bruscole, schiaccini, sportine o fiscoli, a seconda del dialetto. Questi sacchetti intrecciati con cura erano realizzati utilizzando vari materiali e venivano disposti in pila, uno sopra l'altro, sotto l'imponente pressa dello strettoio o torchio. Con sforzo e fatica, l'uomo azionava il sistema grazie a una lunga e pesante trave, utilizzando una vite che girava sopra un antico ceppo di legno o un affascinante argano.
Dopo la prima pressione, spesso insufficiente, l'ordine dei diaframmi veniva invertito per intensificare il processo. Con delicatezza, si innaffiava la pasta con acqua calda, accuratamente preparata in una fornace. Una nuova pressione veniva applicata, permettendo all'olio e all'acqua vegetale di fluire fuori dalla pasta.
Il prezioso liquido risultante veniva abilmente raccolto e depositato in affascinanti vasche di muratura. Per agevolare la separazione dell'olio dall'acqua, veniva aggiunta ulteriore acqua calda, mentre il tutto riposava o decantava per un certo periodo di tempo. Durante questa fase di attesa, l'olio, grazie al suo peso specifico inferiore a quello dell'acqua, risaliva lentamente in superficie, creando un quadro incantevole.
Infine, con maestria e abilità senza pari, il frantoiano (trappitaru) si avvicinava alla superficie dell'olio con una speciale "tazza" o "nappa". Questo strumento magico, un grazioso mestolo sottile in lamiera con un manico elegante, permetteva di prelevare solo l'olio affiorato, senza mescolarlo all'acqua. L'olio così ottenuto veniva amorevolmente trasferito in un recipiente di argilla, una giarra che ne proteggeva la purezza e la bontà, rendendo il tutto un'esperienza unica e affascinante.