Che fine ha fatto l’olio vergine di oliva?

molazze-olioOrmai si può affermare con certezza che sugli scaffali dei supermercati, italiani e non solo, è impossibile imbattersi in una bottiglia etichettata con il nome di olio vergine di oliva, esistono solo tre categorie in commercio, olio extravergine, olio di oliva, olio di sansa di oliva.  Perché l’olio vergine di oliva è scomparso?

La risposta è semplice, vendere olio vergine di oliva non conviene.
Mediamente in tutto il bacino del mediterraneo, l’olio vergine di oliva vale 20-40% in meno rispetto alla categoria più pregiata ovvero l’extravergine di oliva. Fino a pochi anni fa alcuni produttori mettevano sul mercato bottiglie etichettate come olio vergine di oliva, nel frattempo grazie anche alla massiccia informazione, i consumatori venivano invitati sempre di più ad acquistare il più pregiato degli oli cioè l’olio extravergine di oliva. Fu così che la tendenza del consumatore si spostava sempre più verso l’acquisto di bottiglie con su scritto olio extravergine di oliva o in alternativa all’acquisto del più economico ma decisamente meno pregiato olio di oliva. L’anomalia strana nasce nel momento in cui, in tanti casi, sullo stesso scaffale ci si imbatteva in bottiglie di olio extravergine che costavano addirittura meno dell’olio vergine.  Da qui la scelta definitiva da parte di tutti i produttori di abbandonare definitivamente la vendita di questa categoria (olio vergine) che non troverà mai il giusto collocamento tra l’olio extravergine a prezzi bassissimi, probabilmente taroccato, chiamato dagli addetti ai lavori deodorato e olio di oliva (olio composto da oli raffinati e oli vergini). Va da se che è sicuramente più remunerativo creare una miscela di olio extravergine composto da olio deodorato/rettificato (vietato dalla legge), olio vergine, e piccole quantità di olio extravergine tali da garantire il minimo equilibrio per quanto riguarda i parametri imposti per legge dalla prova del Panel Test.

IL vantaggio economico dovuto alla riqualificazione del prodotto nella categoria più pregiata e ricercata del mondo è evidente, sia per chi produce/imbottiglia, sia per le aziende che comprano il prodotto olio in Spagna, Grecia ecc. per poi rivenderlo in Italia.
Il processo di deodorazione è un'operazione di rettifica dell'olio di oliva (lampante) che consente di trasformare tale olio, per la normativa vigente considerato non commestibile e di scarsa qualità, in oli di oliva senza difetti privato quindi di tutti gli odori e sapori puzzolenti. Un olio che ha subito questo trattamento non può più essere commercializzato come olio di oliva extravergine, ma può essere utilizzato solo per l’ottenimento del più classico e comune “olio di oliva” che troviamo sugli scaffali. Sembra un po’ un giro di parole complicate, per questo motivo per capire bene questi meccanismi è utile citare cosa dice la normativa a riguardo. Prima però è molto importante sottolineare quale tipo di olio si ottiene in frantoio. A seguito dei processi meccanici/fisici che subiscono le olive, in un frantoio (tradizionale o continuo) tenuto conto principalmente dello stato e condizioni sanitarie della materia prima (olive), si possono ottenere e classificare solamente tre tipologie di olio, olio extravergine di oliva, olio vergine di oliva e olio lampante. Mentre i primi due (oli vergini) sono considerati commestibili e quindi possono essere commercializzati al dettaglio, l’olio lampante invece deve essere sottoposto a raffinazione per renderlo idoneo ad essere miscelato con oli vergini ed ottenere così Olio di Oliva (olio composto da olio di oliva raffinati e oli di oliva vergini) dopo di che può essere messo in vendita.

Cosa stabilisce la normativa (sintesi)
REGOLAMENTO (CE) N. 1234/2007 DEL CONSIGLIO del 22 ottobre 2007 recante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (regolamento unico OCM).
Allegato XVI denominazioni e definizioni degli olio di oliva e degli olio di sansa di oliva di cui all'articolo 118
1 OLI D’OLIVA VERGINI
Gli oli ottenuti dal frutto dell’olivo soltanto mediante processi meccanici o altri processi fisici, in condizioni che non causano alterazioni dell’olio, e che non hanno subito alcun trattamento diverso dal lavaggio, dalla decantazione, dalla centrifugazione e dalla filtrazione, esclusi gli oli ottenuti mediante solvente o con coadiuvanti ad azione chimica o biochimica, o con processi di riesterificazione e qualsiasi miscela con oli di altra natura.
Detti oli di oliva vergini sono oggetto della classificazione e delle denominazioni seguenti:
a) Olio extra vergine di oliva: olio di oliva vergine la cui acidità libera, espressa in acido oleico, è al massimo di 0,8 g per 100 g e avente le altre caratteristiche conformi a quelle previste per questa categoria;
b) Olio di oliva vergine: olio di oliva vergine la cui acidità libera, espressa in acido oleico, è al massimo di 2 g per 100 g e avente le altre caratteristiche conformi a quelle previste per questa categoria ;
c) Olio di oliva lampante: olio di oliva vergine la cui acidità libera, espressa in acido oleico, è superiore a 2 g per 100 g e/o avente le altre caratteristiche conformi a quelle previste per questa categoria.
(per maggiori informazioni si rimanda alla lettura della seguente pagina clicca qui->)

L’Art. 118 al punto 2, cita: Solo gli oli indicati all'allegato XVI, punto 1, lettere a) e b), e punti 3 e 6 possono essere commercializzati al dettaglio (maggiori info clicca qui).
Per farla breve sono: Olio extra vergine di oliva, Olio di oliva vergine, Olio di oliva e olio di sansa di oliva. Come potete notare è ammessa la commercializzazione al dettaglio dell’Olio di oliva vergine ma nessun produttore/imbottigliatore lo immette sul mercato (tranne alcuni frantoi/aziende agricole).
Oggi sugli scaffali troviamo prezzi che oscillano da 2,5 a 8-10 €/l (in offerta se ne trovano anche al disotto di 2 €/l ), creando molta confusione tra i consumatori che non sanno più cosa scegliere. In questo panorama di prezzi una bottiglia di olio vergine (categoria inferiore), si dovrebbe collocare ad un prezzo non superiore a 1,60 €/l, risultato! “non conveniente” meglio dedicarsi a una frode più redditizia. 
Insomma appare evidente che è più remunerativo creare con artifici più o meno complessi un blend di olio extravergine e venderlo a prezzi decisamente più bassi addirittura del costo di produzione (leggi prezzi medi olio di oliva).
I prezzi bassissimi sono spiegabili solo con l’immissione e vendita sul mercato, in modo fraudolento, di olio deodorato etichettato come olio extravergine di oliva, una vera e propria truffa ai danni dei consumatori e di tutti i produttori che amano e svolgono questo lavoro con la massima serietà per ottenere prodotti di qualità.

Leggi anche "Miscele di oli comunitari di dubbia qualità, una bottiglia su tre è contraffatta"

Normativa olio ->>

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