Indagine e valutazione dei rischi

 

Alcuni studi di settore e ricerche1  più recenti, hanno evidenziato per il comparto in questione:

  • A - Rischi da agenti fisici, sia nei frantoi a ciclo continuo che in quelli a ciclo tradizionale, con esposizioni a livelli giornalieri personali maggiori del valore superiore di azione (UEAV, Upper Exposure Action Value) e, in alcuni casi, anche al valore limite di esposizione2  (EAL, Exposure Action Limit) di cui D.Lgs n.195/2006 entrato in vigore a decorrere dal 15 dicembre 2006; in particolare, le attrezzature per le quali sono stati evidenziati livelli di pressione sonora di una certa intensità sono le seguenti: lavatrice-defogliatrice, il frangitore e il separatore centrifugo.
  • B - Pericoli di natura elettrica, la norma CEI 64-8 (V), che classifica questi luoghi come “ambienti umidi e bagnati”, considera le linee di produzione di questi impianti a rischio elettrico elevato; inoltre, nei frantoi, le macchine sono numerose e gli impianti elettrici estesi e ramificati, con numerosi centri di pericolo di elettrocuzione per l’utilizzatore.
  • C - Pericoli di natura meccanica e quindi i rischi determinati da carenze di sicurezza su macchine e attrezzature meccaniche legati, principalmente, allo stato di conservazione delle attrezzature di lavoro medesime, dalla vetustà e dal livello di manutenzione effettuato sulle stesse. Va parimenti riferito, che per le macchine e/o attrezzature meccaniche costruite dopo il 21/9/19963 , che quindi soddisfino i requisiti di sicurezza essenziali di sicurezza e salute dei lavoratori (RES), previsti dalle direttive europee concernenti le macchine, mantenute in buono stato di conservazione e manutenzione ai sensi del DPR 27 aprile 1955 n.547 e del D.lgs 359/1999,  le indagini svolte, hanno mostrato minori evidenze di rischio per i lavoratori coinvolti.
  • D - Rischi di natura organizzativa per le operazioni manutentive e/o di modifica o riparazione impiantistica; quest’ultime sono state, di recente, anche oggetto di un evento infortunistico piuttosto importante avente la potenzialità di causare quatto morti e un ferito grave4  debbono rifarsi ai principi di sicurezza e protezione dei lavoratori dell’azienda e dei lavoratori delle ditte esterne utilizzate per i citati interventi preventivi, straordinari ovvero periodici.
    • - Alcune indagini ispettive5 , condotte di recente, hanno evidenziato che:-    in quasi tutti i frantoi sono state trovate condizioni igienico-ambientali idonee, gli impianti elettrici a norma, le attrezzature di lavoro in buono stato di funzionamento e di manutenzione e che le aziende avevano proceduto ad eseguire gli adempimenti previsti dal D.Lgs 626/1994, comprese le nomine dei responsabili del servizio di prevenzione e protezione, la stesura del documento di valutazione dei rischi, la nomina del medico competente, etc.

    • - il rischio connesso alla movimentazione manuale dei carichi all’interno delle aziende, è risultato modesto nella maggioranza dei casi; infatti le cassette cariche di olive venivano scaricate, stoccate e trasportate tramite muletti elettrici, transpallet ed, in alcun i casi, mediante nastri trasportatori. Lo svuotamento delle cassette all’interno delle stesse avveniva tramite operazioni di rovesciamento manuale o, in alcuni casi tramite gli stessi carrelli elevatori (muletti), provvisti di pale speciali capaci di innalzare il carico e di rovesciarlo meccanicamente.

1 Profili di rischio nel comparto frantoi predisposta dal personale dell’SPSAL dell’AUSL n.10 di Firenze nel 2001.

2 La norma citata fissa LEX,8h=87 dB(A) e Ppeak=200 Pa re 20 μPa (dato di provenienza Comunitario, cfr. Direttiva 2003/10/CE).
3 Data di entrata in vigore, in Italia, del DPR 24 luglio 1996 n.459, c.d. Direttiva Macchine
4 Esplosione avvenuta 25 novembre 2006 ai danni di un oleficio sito in zona Campello sul Clitunno e causata, secondo le prime ricostruzioni, da una scintilla che si è innescata durante le operazioni di saldatura che hanno prodotto una serie di deflagrazioni successive.
5 “Attività di vigilanza nel settore oleario” a cura del personale dello SPISAL dell’Azienda Sanitaria Locale n.3 di Rossano, Pubblicato su Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, vol. XXVIII, n.3 supplemento, luglio-settembre 2006.

 

Osservazioni sulla valutazione del rischio
pasta-olive Va precisato che la quantità media di olive molite all’anno6 , il numero di persone utilizzate per lo svolgimento di tale attività e l’anno di realizzazione delle linee produttive possono essere alcuni dei parametri caratteristici che siano da ausilio per gli addetti del settore per individuare il livello di rischio aziendale riguardante questa tipologia di impianti.
 
Infine, pare importante riportare che dall’indagine delle condizioni di sicurezza effettuata dello SPSAL n.3 di Rossano, che certamente rappresenta una situazione locale, possano però ricavarsi spunti di riflessione e che possano fungere da stimolo, in via principale, per i datori di lavoro al fine di migliorare le condizioni di lavoro del comparto in questione. A tal fine, degno di nota è che sulle 48 aziende oggetto di visite e sopralluoghi ispettivi:
 
  • 1-nessuna azienda aveva valutato il rischio derivante dalla movimentazione manuale dei carichi attraverso l’utilizzo di metodi quali il Niosh (1991) o equivalenti (Snook-Ciriello del 1991, Suva del 2000, etc.);
  • 2-tutte le aziende hanno proceduto alla misurazione del livello di rumore che è risultato, comunque, superiore agli 85 dB(A) di livello di esposizione equivalente giornaliero (LEX,8h);
  • 3-non è stato riportato alcun riferimento in merito alla valutazione del rischio derivante da esposizioni, del corpo interno, a vibrazioni di natura meccanica, come nel  caso dei carrellisti7  o degli addetti alla conduzione dei trattori aziendali.
carrello-olive

 

Conclusioni
Le problematiche di natura igienico-ambientale emerse dagli studi e ricerche di settore, che fanno principalmente riferimento ad organizzazioni lavorative di tipo familiare e/o artigianale con l’impiego di manodopera prevalentemente a carattere stagionale, hanno evidenziato la presenza di impianti produttivi che utilizzano lavorazioni a ciclo continuo, per i quali è chiaramente richiesto un minor impegno fisico da parte dei lavoratori coinvolti rispetto ai sistemi di tipo tradizionale.
 
Chiaramente rispetto alle principali criticità ipotizzate, il settore, sembra presentare, nel complesso, sufficienti livelli di prevenzione e protezione in relazione ai rischi aziendali presi in esame; emerge, altresì, dalle ricerche citate che i sistemi di gestione della prevenzione dei lavoratori, sebbene sufficientemente applicati, necessitano di ulteriori analisi, indagini e studi di sicurezza che possano in maniera dettagliata evidenziare le principali criticità e fornire, altresì, indicazioni sulle possibili soluzioni tecniche al fine di tutelare le condizioni generali dei lavoratori di questo importantissimo settore produttivo del nostro paese.
 

6I frantoi possono raggrupparsi in differenti classi di produzione per anno di esercizio: 1° classe (da 1 a 500 quintali), 2° classe (da 501 a 1000 q.li), 3° classe (da 1001 a 5.000 q.li), 4° classe (da 5001 a 10.000 q.li), 5° classe (oltre 10.000 q.li.).
7Obbligo prescritto dal D.lgs del 19/8/2005 n.187


 
 
2/MAGGIO/2007
 

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