L’Italia fuori dalle alte cariche Coi

La qualità dell'olio d'oliva italiano fa paura agli altri paesi produttori. E' questo il principale motivo per cui nessun italiano sarà al vertice del Coi (le nazioni unite dell'olio d'oliva).

Nei giorni scorsi è stato riconfermato, con l'astensione dell'Unione europea e la complicità della Spagna, il tunisino Abdellatif Ghedira. Con lui i direttori aggiunti invece lo spagnolo Jaime Lillo e il turco Mustafa Sepetçi. Una mossa che fa preoccupare, giustamente, i produttori.
Come funziona il Coi
Il Coi (Comitato Oleicolo Internazionale) contribuisce in modo decisivo allo sviluppo responsabile e sostenibile dell'olivo e fornisce un forum mondiale in cui le politiche vengono discusse ed adottate per affrontare le sfide che attendono il settore. Si compone di 17 membri, uno dei quali è l'Unione Europea, in rappresentanza di tutti i suoi paesi produttori di olive da tavola ed oli d'oliva.  Uno degli obiettivi del COI è lo studio e l'applicazione di misure d'armonizzazione delle legislazioni nazionali relative alla commercializzazione del'olio d'oliva e olive da tavola, al fine di promuovere il commercio internazionale e per individuare i diversi tipi di frodi ed adulterazioni che potrebbero screditare il prodotto ed alterare l'equilibrio del mercato internazionale.
Il direttivo è in carica per cinque anni, e normalmente i suoi vertici vengono assegnati a rotazione a un Paese membro. In quest'occasione sarebbe toccato all'Italia. La riconferma di Abdellatif Ghedira, con l'astensione dell'Ue, è una vera e propria sconfitta politica per il nostro Paese.
Perché i produttori sono preoccupati?
 
Come abbiamo più volte sottolineato l'olio EVO italiano è qualitativamente molto alto. Anche per questo è il prodotto che subisce più contraffazioni. A livello qualitativo nessun altro paese produttore può raggiungere gli standard italiani. E questo spaventa molto gli altri paesi, in particolar modo gli emergenti della costa Sud del Mediterraneo. 
Controllando le quote e le misure per il controllo della qualità il Coi esercita un potere in grado di contrastare il nostro prodotto. Si è già visto in questi anni la volontà di allargare le maglie dei controlli (a scapito dei consumatori). Come sottolinea Teatro Naturale adesso "da una posizione di forza il riconfermato segretariato esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale riproporrà l'allargamento delle maglie del panel test, per depontenziarlo, e lo sdoganamento degli oli dolci. 

Un programma in netta antitesi con la progettualità italiana che invece da tempo ha puntato tutto sulla qualità".

Un vero e proprio danno per i produttori di olio di qualità italiano, ma soprattutto per i consumatori che inconsapevolmente potrebbero ritrovare sulle proprie tavole un olio scadente.

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