La speculazione altera i prezzi dell’olio di oliva italiano

Le oscillazioni di prezzo dell'olio di oliva si sono fatte molto più forti, frequenti e imprevedibili, in parte per il cambiamento climatico, che ha moltiplicato gli eventi meteorologici estremi e in parte per gli attacchi di parassiti. Ma nell'ultimo periodo, almeno per l'olio di oliva 100% italiano, siamo di fronte ad una bolla speculativa iniziata con la pubblicazione di dati produttivi distorti ed enfatizzati dai media.

Il crollo del prezzo dell'olio di oliva spagnolo

La “bolla speculativa” che sta interessando il settore oleario è iniziata dalla Spagna, dopo la produzione record della scorsa campagna olearia 2018/2019, durante la quale il Paese Iberico ha raggiunto 1,79 milioni di tonnellate di olio di oliva, con un aumento del 42% rispetto alla campagna olearia precedente 2017/2018.
Si aggiunge una buona previsione di produzione della campagna olearia spagnola  2019/2020 (anche se inferiore rispetto alla campagna precedente) e di quasi tutti i Paesi del Mediterraneo, in testa la Tunisia che è in procinto di diventare il secondo produttore al mondo di olio di oliva. Inoltre l’olio spagnolo è finito nella lista dei dazi doganali imposti dagli U.S.A.

Nel frattempo il prezzo dell’olio di oliva spagnolo ha raggiunto prezzi molto bassi, che per la prima volta ha costretto gli olivicoltori spagnoli a scendere nelle piazze a protestare. Gli uliveti tradizionali spagnoli sono ormai destinati ad essere abbandonati oppure sostituiti con le piantagioni di mandorli, ritenute più redditizie. Ma sembra che il prezzo dell’olio extravergine spagnolo sotto la soglia dei 3 euro al Kg rende poco redditizio anche l’olio di oliva prodotto negli oliveti intensivi.

Di conseguenza, considerando i prezzi alla produzione più bassi fino al 33% rispetto alla media in Spagna, Grecia e Portogallo, e che gli stock UE di olio di oliva comunitario sono molto elevati, stimati a circa 859 mila tonnellate per il 2018/19 (di cui l'88% in Spagna), l'Unione Europea ha dato il via all'ammasso privato per l'olio d'oliva vergine, extravergine e lampante.

Si è inoltre tenuto conto che la prospettiva di una nuova buona produzione di olio nell’Unione Europea, l’accumulo di stock e le attuali incertezze nel commercio estero, con i dazi di Trump sull’olio di oliva spagnolo, avrebbero esercitato una pressione al ribasso delle quotazioni.

L'andamento dei prezzi nel mercato dell'olio di oliva italiano

Andamento della produzione nazionale di olio dal 2009 a oggi.

Fonte: Edagricole. Andamento della produzione nazionale di olio dal 2009 a oggi.

In Italia, nelle ultime settimane, il prezzo dell’olio extravergine italiano, vergine e lampante è al ribasso rispetto ai prezzi delle ultime campagne olearie, nonostante i dati (previsione) di produzione di olio d’oliva italiano 2019/2020 sono ampiamente previsti sotto la media storica, infatti a livello produttivo trattasi di una annata di carica tra le peggiori degli ultimi decenni, dopo la precedente campagna olearia di scarica, definita la peggiore di tutti i tempi.

Quindi, almeno per l’olio di oliva 100% italiano possiamo affermare che si tratta di una bolla speculativa, dove in un mercato globale i prezzi risentono dell’andamento produttivo mondiale, tutto questo nonostante la tracciabilità, 100% italiano, IGP...
Si sospetta anche di scambi sulla carta, sembra che i grandi acquirenti stanno acquistando olio di oliva della campagna olearia precedente con contratti a scaglioni a partire da un prezzo che è meno della metà delle quotazioni dell’olio nuovo, causando il ribasso delle quotazioni dell’olio della campagna 2019/2020.

L'olio di oliva in offerta nella grande distribuzione alimentare è italiano?

E' necessario precisare che in una bottiglia di olio extra vergine venduta sugli scaffali della grande distribuzione a 1,99-2,99 euro al litro è matematicamente impossibile che si tratti di olio extravergine di oliva italiano (trattasi di miscele di olio comunitario o molto probabilmente di olio extraUE, che per entrambi i casi, per legge deve essere indicato nell'etichetta), perché non copre neanche i costi dell’imbottigliamento, trasporto e magazzino della grande distribuzione (non conteggiando l’olio in bottiglia).

L’olio extravergine di oliva made in Italy non può essere venduto a meno di 7-8 euro al litro. Bisogna guardare con più attenzione le etichette, acquistare oli extra vergine di oliva sulla cui etichetta è esplicitamente indicato che siano stati ottenuti al 100% da olive italiane oppure acquistare direttamente da aziende olivicole e dai 5.000 frantoi oleari italiani, presenti in quasi tutte le Regioni.

💡 Visualizza ➡ elenco regionale dei frantoi italiani

La crisi dell'olio spagnolo può travolgere l'intera filiera olearia italiana?

La crisi dei prezzi dell’olio spagnolo sta travolgendo anche l’intera filiera olearia italiana. Infatti, la speculazione dell’olio di oliva si è allargata anche all’olio di sansa e quindi di conseguenza alla sansa vergine di oliva che, non trovando mercato che l'acquisti, per essere smaltita può solo diventare rifiuto speciale a spese dei frantoiani.

Purtroppo il settore oleario italiano, nonostante il primato della qualità con le sue 500 tipi di cultivar, la tracciabilità  e il primato mondiale sull’innovazione tecnologica grazie alla ricerca delle Università italiane, è in continuo declino produttivo.

Serve un Piano Olivicolo Nazionale Italiano, quando in Spagna ne hanno già fatti sette e di rivedere i rapporti all'interno della filiera olearia, mettendo al centro le aziende olivicole e i frantoi oleari.

ToreJeo
Author: ToreJeo

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