L’olio di oliva è il grande alleato della dieta mediterranea

Quella della dieta mediterranea è una storia curiosa e un po’ paradossale. Tutto è iniziato negli anni cinquanta quando Ancel Keys..


Un po’ di storia sulla Dieta Mediterranea

Tutto è iniziato negli anni cinquanta quando Ancel Keys (inventore della razione K, il rancio dei soldati nei campi di battaglia), uno scienziato americano della Scuola Pubblica di Alimentazione dell'Università del Minnesota, viene in vacanza in Italia e si accorge di un fatto sconcertante: i "poveri" dei paesini sperduti del Sud (come Nicotera in Calabria, Pioppi e Acciaroli in Campania, Montegiorgio nelle Marche), quelli che mangiavano ancora pane, cipolla e pomodoro, erano molto più sani non solo dei cittadini di New York, ma anche dei loro stessi parenti emigrati ormai da tempo negli Stati Uniti.

Angel Keys a Nicotera

La gente di Nicotera, in Calabria, di Montegiorgio nelle Marche e gli abitanti
delle coste e vallate della Campania avevano un tasso molto basso di colesterolo nel sangue e una percentuale minima di malattie di cuore. Ma la prova che era proprio il loro semplice modo di mangiare (fondato sull'olio d'oliva di frantoio, sul pane di grano autoctono e la pasta di grano duro ancora fatti in casa, su aglio, cipolla rossa di Tropea, erbe aromatiche, tante verdure e poca carne).

Proprio Nicotera è stata scelta come base operativa dello studio pilota della dieta Mediterranea , studio medico scientifico diretto dal Professor Ancel Keys e seguito da una equipe internazionale composta dal cardiologo americano Prof. White, dal Cardiologo giapponese Kimura, dal Prof. italiano Fidanza, dal calabrese Del Vecchio e da altri professori provenienti da diversi Paesi.

Dalle ricerche di Keys…

Ricerca e UniversitàIl segreto per stare bene venne da una grande inchiesta scientifica comparata in sette Stati diversi, intitolata Seven Countries Study e durata vent'anni, in cui sono stati esaminati i sistemi alimentari di 12 mila persone: più l'alimentazione era di tipo "moderno", maggiore era la frequenza delle cosiddette malattie da benessere.

Viceversa, più era di tipo mediterraneo, minore era la loro frequenza.
Più una popolazione americanizza la propria dieta, più aumentano i rischi per la salute.
In seguito a queste richieste di Keys, un comitato di esperti del Senato Americano, dopo aver valutato i risultati di un'inchiesta sulla salute degli americani, propose uno schema di alimentazione per prevenire molte malattie "da benessere", come il diabete, l'obesità, l'arteriosclerosi e i disturbi dell'apparato digerente.

…ai dietary goals

I dietary goals, cioè gli obiettivi alimentari per migliorare la salute, sono molto chiari e si avvicinano molto alla dieta del contadino meridionale povero prima del boom economico: la dieta salutare dovrebbe comprendere:

⇒ il 60 % di carboidrati (cioè pane, pasta, riso, tutti i cereali, ma lo zucchero non deve superare il 15 %);
⇒ il 30 % di grassi (di cui almeno 2 o 3 di origine vegetale) e solo il 12 per cento di proteine.

Crolla, insomma, il tabù della pasta asciutta che fa ingrassare e il mito della carne che dà forza ed energia la linea di tendenza si fa precisa:
1) ridurre i grassi, specialmente quelli animali;
2) ridurre gli zuccheri semplici raffinati, cioè lo zucchero bianco e aumentare gli zuccheri composti (pane, pasta, pizza meglio se integrali);
3) ridurre il consumo di carne;
4) aumentare il consumo delle verdure, sia cotte sia crude.

American style e alimentazione

Così, mentre in America si scopriva che il modo di mangiare della nostra tradizione non solo è più gustoso, ma fa anche bene alla salute, purtroppo gli italiani si erano convinti che la loro dieta era troppo povera e avevano abbandonato la bruschetta e i legumi secchi per la bistecca e la polenta per il caviale.
In Italia, infatti, negli anni cinquanta si era imposto l'american style nel mangiare e non solo in quello. Simboli di benessere erano l'auto e, naturalmente, la carne tutti i giorni.

E così nel giro di trent'anni il consumo di carne si è triplicato.
Erano anni in cui ci si lamentava che l'Italia, benché fosse ormai diventata uno dei paesi più industrializzati del mondo, fosse rimasta fedele ad abitudini e preferenze alimentari di origine contadina e continuasse a consumare il dolce solo durante le festività. E così anche il consumo di zucchero si è più che raddoppiato.
Sotto accusa era la pastasciutta, incriminata come la principale responsabile dell'obesità.

I cibi della tradizione

Pane e cipolla rossa

Adesso, dopo il successo del mangiare italiano in America, e a mano a mano che venivano le conferme sulla costante diminuzione dei casi di infarto e trombosi registrati dal Ministero della Sanità degli Stati Uniti, anche in Italia si è fatto dietro-front.
Per combattere le malattie del benessere occorre ritornare alle origini e cioè a una dieta sana e naturale di tipo mediterraneo.

Ma, più che di dieta, bisogna parlare di alimentazione mediterranea, che non ha niente a che vedere con diete punitive, bizzarre, esotiche e costosissime.
Basta tornare ai cibi della nostra tradizione.
Prima di tutto alle minestre di tutti i tipi e ai "piatti unici", tipo pasta e fagioli, pasta e ceci, riso e lenticchie (o piselli) tutti conditi con olio extravergine d'oliva.

Un grande alleato: l’olio di oliva extra vergine

L'ulivo è una delle colture caratteristiche del nostro Mediterraneo.
Attorno all'ulivo è nata e si è sviluppata, nel bacino del Mediterraneo, tutta una civiltà: l'olio d'oliva serviva come merce di scambio, per l'illuminazione delle case, per la cura della pelle e, mescolato al vino, curava le ferite.

tabella nutrizionale della dieta mediterranea

tabella nutrizionale della dieta mediterranea

Oggi, dopo il passato entusiasmo per gli oli di semi (è vero che ad alte dosi abbassa i livelli di colesterolo nel sangue, ma a lungo andare si paga con un maggior rischio di altre malattie), anche i medici ne cantano le lodi.
La soluzione per abbassare il colesterolo non sta nel consumare olio di semi in gran quantità, ma, semmai, nel ridurre le fonti di colesterolo alimentare, come la carne e i grassi animali.

Il prezzo dell'olio d'oliva extravergine, se spremuto a freddo nei frantoi oleari, è più alto, ma ne vale la pena: protegge lo stomaco, stimola l'attività del fegato e dell'intestino, previene l'infarto e l'indurimento dei vasi sanguigni. Insomma, è un vero alimento-medicina.
In più, un cucchiaio di buon olio extra vergine insaporisce oltre ad arricchire di vitamine.
Il segreto delle zuppe toscane era proprio la qualità eccezionale dell'olio extra vergine.


Dieta Mediterranea: patrimonio culturale immateriale dell'umanità

Per quanto possono essere cambiati in oltre 60 anni i sistemi di produzione degli ingredienti, la dieta mediterranea è una proposta alimentare senz'altro più sana di quella iperproteica e grassa che avevamo importato d'oltre oceano.

La Dieta Mediterranea è stata iscritta nel 2013  nell'elenco rappresentativo del patrimonio culturale immateriale dell'umanità (UNESCO).

Elenco dei rappresentanti della dieta mediterranea: Cipro, Croazia, Spagna, Grecia, Italia, Marocco e Portogallo.


Definizione/Motivazione:

La Dieta Mediterranea prevede un insieme di abilità, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni riguardanti colture, raccolta, pesca, allevamento, conservazione, lavorazione, cottura e in particolare la condivisione e il consumo di cibo.
Mangiare insieme è il fondamento dell'identità culturale e della continuità delle comunità in tutto il bacino del Mediterraneo.
È un momento di scambio e comunicazione sociale, un'affermazione e un rinnovamento dell'identità della famiglia, del gruppo o della comunità.

La dieta mediterranea enfatizza i valori di ospitalità, vicinanza, dialogo e creatività interculturali e uno stile di vita guidato dal rispetto della diversità.
Svolge un ruolo vitale in spazi culturali, festival e celebrazioni, riunendo persone di tutte le età, condizioni e classi sociali.
Include l'artigianato e la produzione di recipienti tradizionali per il trasporto, la conservazione e il consumo di alimenti, compresi piatti e bicchieri in ceramica.

Le donne svolgono un ruolo importante nella trasmissione della conoscenza della dieta mediterranea: salvaguardano le sue tecniche, rispettano i ritmi stagionali e gli eventi festivi e trasmettono i valori dell'elemento alle nuove generazioni.
I mercati svolgono anche un ruolo chiave come spazi per coltivare e trasmettere la dieta mediterranea durante la pratica quotidiana di scambio, accordo e rispetto reciproco.

ToreJeo
Author: ToreJeo

Nessun commento ancora

Lascia un commento

E' necessario essere Accesso effettuato per pubblicare un commento