Come determinare il Lotto di Olio Confezionato???

Il LOTTO di OLIO CONFEZIONATO, questo SCONOSCIUTO.

Ogni anno vengo chiamato come relatore in numerose conferenze che riguardano la gestione del frantoio, in ognuno di questi eventi, quando mi sono trovato a parlare dei lotti di olio confezionato sono emersi puntualmente casi di gestione scellerata di questi ultimi con la totale ignarità da parte dei confezionatori sul pericolo che comporti non avere una efficace gestione della codifica dei lotti nella propria azienda.

Nel REGISTRO SIAN, contrariamente a molte altre aree in cui le procedure sono molto più rigide, il lotto gode di una flessibilità molto ampia, il che purtroppo trae in inganno molto spesso facendo credere che determinate procedure e soluzioni, in quanto consentite, siano percorribili senza controindicazioni.

Il lotto, in qualsiasi contesto, quindi anche se non parliamo di olio, identifica un insieme di elementi con caratteristiche comuni tra loro. Questa definizione, riportata al nostro settore vuol dire principalmente che un lotto identifica una certa quantità di olio avente le medesime caratteristiche (categoria, origine, tipo di estrazione/spremitura, biologico o non, serbatoio di provenienza, data di confezionamento, contenitore utilizzato, ecc).

Su questo concetto il Sistema Sian è molto permissivo, dunque viene previsto un lotto riferibile ad oli con diverse caratteristiche. Sono convinto che questa apertura del sian sia dovuta ad una falla normativa, in quanto non esiste una legge che impone l'unicità delle caratteristiche dell'olio di un determinato lotto.

Tuttavia, anche se permessa, questa pratica è da sconsigliare assolutamente per i motivi che spiegherò di seguito.

Nella mia esperienza ultradecennale con migliaia di aziende, in moltissimi casi mi è capitato di trovare una gestione dell'olio confezionato con un solo lotto (di solito chiamato "lotto 1"), ma tralasciando questi casi estremi ho trovato anche aziende molto strutturate, alcune persino di caratura internazionale, che avevano un sistema di denominazione dei lotti con alcune evidenti criticità in termini di rintracciabilità del prodotto.

Il principio di base a cui bisogna ispirarsi è il seguente:

mettiamo il caso che utilizziamo un solo lotto per tutti i confezionamenti e che a seguito di un controllo emerga la presenza di una molecola non consentita in una singola bottiglia del nostro olio venduto giorni fa, seguendo il principio per il quale un lotto identifica una quantità di olio appartenente ad un unico insieme, l'organismo di controllo procede al ritiro di tutto l'olio riferibile al lotto oggetto della contestazione. Questa ipotesi limiterebbe il danno se il lotto oggetto del problema fosse di quantità minima, se invece tutti i nostri confezionamenti riportano la medesima indicazione di lotto, tutto il nostro olio verrà ritirato e praticamente non potremo più lavorare, subendo un danno molto rilevante. Per questo motivo l'assegnazione di un corretto codice lotto di olio confezionato è una pratica che deve essere organizzata meticolosamente in ogni azienda.

Per il codice lotto si può usare la data di scadenza?

Molti confezionatori come codice lotto usano la data di scadenza con l'intento di prendere i classici due piccioni con una fava, ma cosa accade se un giorno emerge la necessità di fare due confezionamenti diversi, magari per due olii differenti?

Accade che avrete un lotto solo, ma riferibile ad insiemi diversi (olio con caratteristiche diverse, serbatoi diversi, ecc) dunque il principio per il quale il lotto è un insieme di elementi con caratteristiche comuni tra loro viene meno. Dunque non è consigliabile legare i lotti alla data di confezionamento (o di scadenza) o almeno non è consigliabile legare il nome del lotto solo a questa informazione.

Il mio consiglio è di avere un codice lotto diverso per ogni confezionamento e per ogni contenitore (bottiglia, lattina ecc) dunque un esempio potrebbe essere ad esempio di numerare ogni operazione di confezionamento per ogni tipologia di contenitore e chiamare il lotto almeno “lotto1”, “lotto2”, ecc. oppure meglio se avete un progressivo annuo “lotto1/2019”, ecc oppure ancora meglio se il nome del lotto vi riesca a comunicare qualcosa in più per esempio il 54° confezionamento del 2019 eseguito il 2 maggio 2019 dal serbatoio C1 potrebbe chiamarsi “C1-54-02052019”, oppure se avete necessità che compaia la data di scadenza potrebbe essere ad esempio “C1-54-02/12/2020”. Insomma è bene prevedere assolutamente una procedura ferrea di denominazione dei lotti, oppure dotarsi di un software gestionale che abbia questa funzionalità.

Il fatto che non esistano linee guida esplicite per la denominazione dei lotti non deve trarre in inganno e indurre a sottovalutare questo aspetto. Si può dare sfogo alla fantasia, l’importante è riuscire ad avere lotti di quantità piccole e che rispettino il principio già esposto di “insieme di elementi con caratteristiche comuni tra loro”.

Articolo curato e diffuso da:

"Piervito Colonna, è socio fondatore di Nextfuture, l'unica azienda italiana specializzata in servizi informatici esclusivamente per aziende del settore olivicolo-oleario, dal 2004 produce il software Extravirgin per il frantoio oleario utilizzato da oltre 1200 aziende in Italia e nel resto del mondo. Nextfuture fornisce inoltre servizi e consulenze a oltre 2000 aziende ogni anno tra frantoi e aziende olivicole ed è fornitore ufficiale in esclusiva del software RegBox per la gestione dei registri da parte degli uffici CAA coldiretti in tutto il territorio nazionale."

Per ulteriori informazioni potete richiedere un contatto ai nostri consulenti inviando una email a: info@nextfuture.it

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