Dal almeno mille anni costituiscono la maggiore caratteristica della Piana di Gioia Tauro. Una fetta di territorio non a caso definita “la Piana degli Ulivi” per l'immensa distesa dell'albero della Pace che qui sembra aver trovato condizioni climatiche ottimali per crescere fino a dimensioni
gigantesche.
La grande distesa di boschi di ulivi da qualche anno però viene costantemente aggredita, violentata, distrutta. Alberi tagliati selvaggiamente, senza alcun rispetto della normativa vigente che ne tutela il suo valore ambientale, e soprattutto estirpati e venduti. Tale fenomeno di recente ha assunto dimensioni gigantesche, con un giro di affari enorme, determinato dalle richieste che arrivano ormai da tutto il mondo.
Fanno gola questi monumenti della natura ai ricchi possidenti lombardi, piemontesi, emiliani che li comprano per impiantarli nelle loro ville. Poco importa se l'albero muore e rinsecchisce perché non abituato alle temperature del nord, anzi se cessa di vivere paradossalmente è meglio.
Quei tronchi dal diametro possente, quelle venature contorte dal tempo e dai secoli costituiscono opere d'arte della natura di cui andare fieri. Non c'è grande villa del nord, o parco pubblico, che non abbia il suo secolare ulivo della Piana. Dopo anni di devastazione finalmente arriva la prima operazione di polizia.
E' stata effettuata su precisa delega della Procura di Palmi, diretta dal procuratore Giuseppe Creazzo, dai militari della Stazione Carabinieri di S. Martino di Taurianova e dagli agenti della Polizia provinciale, rispettivamente al comando, del maresciallo Umberto Alfieri e del comandante provinciale Domenico Crupi, con la collaborazione dei tecnici del settore Agricoltura della Provincia di Reggio Calabria. Quei due ettari di terreno ai bordi della Strada Provinciale 32 devastati dalle motoseghe non potevano passare inosservati: centinaia di ulivi secolari tagliati alla ceppaia, ben 214 piante di un antico uliveto nel territorio di S. Martino, frazione del Comune di Taurianova. Un abbattimento, hanno accertato i carabinieri e la polizia provinciale effettuato senza la necessaria autorizzazione, che, in questi casi deve essere richiesta alla Camera di Commercio di Reggio Calabria.
Per l'illecito accertato, sanzionato dalle norme vigenti con il decuplo del valore delle piante abbattute, è stata comminata a carico di A.A. di anni 33 una sanzione amministrativa di quasi 200 mila euro. Insomma, qualcosa comincia a muoversi anche su questo versante nella Piana. Ma c'è di più. Da quanto è stato possibile sapere, la Procura sembra abbia indirizzato specifiche indagini per accertare se dietro il largo e grasso business degli ulivi secolari venduti persino nei Paesi Arabi possa celarsi qualche gruppo legato alla criminalità organizzata. Quasi ogni giorno nella Piana sono visibili camion che trasportano due o tre ulivi giganteschi ciascuno diretti verso il nord d'Italia ove sarebbero presenti i basisti del traffico che, grazie a mediatori locali , comprano sul posto gli alberi secolari a 1000 euro e poi li rivendono in Italia anche a 10 15 mila euro ciascuno. Se poi questi alberi vanno a finire all'estero il loro prezzo aumenta anche fino a 25 mila euro. Si lucra alle spalle dei contadini del posto. Anzi, in alcuni casi è possibile perfino scegliere.
Numerosi sono i siti sul web dove è possibile vedere e scegliere gli alberi da comprare. Un fenomeno che già in passato è stato oggetto di inchieste del nostro giornale che adesso viene concretamente attenzionato dall'Autorità Giudiziaria.
di Michele Albanese
Fonte: www.ilquotidianodellacalabria.it