L’avvio della campagna 2008-2009, secondo gli ultimi dati dell’associazione degli industriali oleari, evidenzia un forte calo delle vendite sia sul mercato italiano che estero. Offerta in eccesso e recessione i motivi dell’andamento negativo.
Mercato interno in forte calo e un export che dà segni di crisi. Secondo i dati dell’Assitol, l’associazione italiana degli industriali oleari, nel suo programma di monitoraggio dei marcati, negli ultimi mesi l’andamento delle vendite di olio d’oliva è stato negativo, dopo un 2008 che fino a settembre era stato di sostanziale tenuta in ambito nazionale e di ottimi risultati sul fronte dell’export.
I dati dell’Assitol parlano chiaro. Se si confronta l’ultimo trimestre di rilevazione (novembre 2008-gennaio 2009), con lo stesso periodo della precedente campagna (novembre 2007-gennaio 2008), emerge che le vendite dell’olio extravergine sono diminuite del 16%. Ma non è soltanto l’extra a soffrire. Il trimestre a cavallo tra lo scorso anno e quello appena iniziato descrive un momento di difficoltà anche per l’olio d’oliva (-15,6%).
La notizia più sgradita arriva però dall’export, finora sempre con il segno “+”. Il comparto dell’olio extravergine perde infatti il 13,5 delle esportazioni. Ad accusare il colpo sono anche gli oli extravergini convenzionali, vale a dire i marchi, con una riduzione del 12,5%. Tiene invece l’olio d’oliva (+ 4,7).
“Alla luce di questi numeri non ci sorprende la significativa caduta dei prezzi della materia prima – afferma Luigi Castelnuovo, presidente del Gruppo Oliva di Assitol – l’attuale diminuzione di vendite e ordinativi coincide con un’annata di produzione abbondante. Inoltre anche da Spagna e Grecia ci giungono notizie di riduzione delle vendite e abbondanza di offerta”. Lo confermano le stime del Consiglio Oleicolo Internazionale: la produzione mondiale di olio di oliva è prevista in aumento, attorno alle 2.866.500 tonnellate. Il che significa un incremento del 7,6% rispetto alla precedente campagna (del 15-20 % in Italia). A tutto ciò deve sommarsi lo stock di olio della passata campagna, stimato dal COI in oltre 630.000 tonnellate. In pratica, una quantità d’offerta che, per le sue dimensioni, non poteva che produrre un ribasso generale delle quotazioni della materia prima.
“Se a questo si aggiunge il calo delle nostre vendite legato alla recessione, sia sul mercato interno che all’estero – osserva il presidente del Gruppo Oliva di Assitol – si comprende come il quadro del nostro settore non potesse che essere questo”.
“È un peccato che a questa situazione si sia arrivati in concomitanza con la pubblicazione del regolamento sull’etichettatura – conclude Castelnuovo – che avevamo salutato con favore nella speranza che valesse a portare serenità al settore”.
Fonte: www.assitol.it
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